Archivi categoria: 2019

Corteo Experience : dietro le quinte

by Angelo Sapio

Quest’anno il calendario degli appuntamenti per la festa di s. Rosa si è arricchito di un’iniziativa del tutto inedita presso il Monastero. Due serate di fine agosto, il 28 e il 30, sono state dedicate ad una vera e propria “esperienza” alla scoperta di quella che è ormai una delle tradizioni più popolari della Tuscia: il Corteo Storico di s. Rosa. L’idea, volta a far conoscere più da vicino una realtà a tutti nota ma fondamentalmente poco conosciuta, ha avuto come obiettivo quello di regalare ai Viterbesi un momento di approfondimento per riallacciarsi col proprio trascorso ed apprezzarne tutto il valore artistico e culturale.

Poter vedere e toccare con mano il “dietro le quinte” del Corteo non ha significato soltanto entrare nei meandri della storia senza la frenesia che contraddistingue il pomeriggio del 2 settembre, ma ha senza dubbio assunto anche il valore della scoperta.

Grazie alla disponibilità delle suore Alcantarine è stato possibile accedere a degli ambienti solitamente chiusi al pubblico, quelli della Costumeria appunto, parte integrante del Monastero di S. Rosa, cosa fino a quel momento concessa solo ai figuranti e agli “addetti ai lavori”.  Circa quattrocento sono state le persone che, nell’arco delle due serate, hanno vissuto la Corteo Experience. A gruppi di venti si accedeva nella prima sala, dove gli organizzatori hanno illustrato in sintesi la storia della nascita di quel Corteo Storico che fu concepito alla metà degli anni ’70 dall’intuizione della monaca clarissa Suor Maria Primetta Cavalleri e realizzato poi con la consulenza impagabile dell’architetto Alberto Stramaccioni, cofondatore del Corteo Storico del Corpus Domini di Orvieto e quella prestigiosa della modellista viterbese Olimpia Arcangeli, tentando di ridare lustro alla ben più lunga tradizione della Processione Religiosa in onore di s. Rosa (dapprima con la sola partecipazione dei bambini, i cosiddetti “Boccioli di Rosa”). A seguire si poteva assistere ad una proiezione video nel cortile della costumeria con alcuni contributi amatoriali delle prime “uscite” del Corteo. Da qui iniziava il tour vero e proprio nelle sale costumi a partire da quelli dei terziari francescani che precedevano le autorità civili e militari duecentesche fino ad arrivare alle cariche pubbliche del XIX secolo. Ognuno ha potuto quindi godere più da vicino della splendida manifattura di abiti, calzature, elmi, armi, copricapi e diademi. Sono stati inoltre esposte copie dei primi bozzetti dei costumi disegnati dal compianto architetto Stramaccioni, complete dei suoi appunti segnati a margine, oggi conservati nell’archivio del monastero. La costumeria stessa si è inoltre prestata alla perfezione per l’evento, dal momento che le due serate ricadevano proprio nell’unico periodo dell’anno in cui i costumi vengono preparati, suddivisi per secolo e dislocati nelle varie stanze, pronti per essere indossati dai figuranti il pomeriggio del 2 settembre, prima di essere nuovamente revisionati, puliti e infine riposti negli appositi armadi.

Apprezzamento, dunque, più che positivo da parte degli intervenuti, che hanno colto l’occasione per rinsaldare il loro legame con una tradizione non sempre valorizzata come si dovrebbe, ma che è ormai patrimonio indiscusso della comunità.

Mostra “Fede e devozione: le reliquie di Santa Rosa”

by Lucia Malvinni

Continua la fede e la devozione per Santa Rosa con la nuova mostra “Fede e Devozione: le reliquie di Santa Rosa”, un immancabile appuntamento per la festa più attesa dai viterbesi e da quanti con spiritualità vivono tutti gli appuntamenti che si susseguono in questi giorni.
La mostra, allestita al Monastero, dove si conserva il Corpo Santo della piccola Rosa, parte dalla collocazione permanente e definitiva delle tavolette votive, con una sapiente  disposizione modulare e geometrica delle stesse, opera del nostro socio Paolo Paganucci. A colpo d’occhio il visitatore è quasi sorpreso, ma anche partecipe delle ” (Per) Grazie Ricevute”. Un’atmosfera di grazia che continua con la visione delle preziose reliquie della Santa, della manifattura con cui le suore realizzavano oggetti sacri, in particolare le rose (XIX sec.) con medaglia contenente un pezzettino di abito o di altre stoffe venute a contatto con il Corpo di Rosa. Ci sono poi le “misure”, ovvero i nastri di raso o seta che testimoniavano l’invariarata lunghezza del suo Corpo, e quelle delle mani e dei piedi con relativa autentica e certificazione (1841 e 1861). Bellissimi sono i cuscinetti realizzati con raffigurazioni a stampa da incisioni di rame.
Si prosegue nella seicentesca Sala del Refettorio dive si possono ammirare teche, cassette, ovalini e bracci reliquari contenenti ossa di altri Santi Martiri, come la tibia di Santa Beatrice (XIX sec.) o il cranio di Santa Costanza (XVII sec.). Interessante è la bacheca di legno che offre la raccolta di numerosi  encolpi, con reliquie di Santi vari, conservati nel Monastero e provenienti da altri Archivi ecclesiastici, come quello della chiesa di Santa Lucia di Arcevia, di recente acquisizione. La reliquia dunque, un bene da preservare e ancor prima conoscere e studiare, tutte prerogative, anzi direi peculiarità del Centro Studi Santa Rosa e di tutte le attività che con professionalità e passione esso intraprende.
Grazie al contributo della Fondazione Carivit, dell’università degli Studi della Tuscia, della Sopraintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale, e del Comune di Viterbo è possibile visitare la meravigliosa e accattivante esposizione dal 31 agosto al 15 settembre 2019. Certi della  presenza di quanti vorranno apprezzare personalmente il superbo patrimonio, vi aspettiamo numerosi!

 

Bando per borsa di studio “S. Rosa” 2019

Il Centro Studi Santa Rosa da Viterbo ONLUS persegue tra i suoi scopi per un verso la tutela e valorizzazione dell’Archivio Storico del Monastero di S. Rosa in Viterbo, per l’altro la promozione di ricerche storiche sulla figura della santa viterbese e sul monastero che da lei prese il nome, sulla città di Viterbo e sul suo territorio. In tale ambito, bandisce, con il contributo della Università della Tuscia, del Comune di Viterbo, della Fondazione CARIVIT, e del Sodalizio dei Facchini di Santa Rosa da Viterbo e con il patrocinio gratuito della Provincia di Viterbo e della Diocesi di Viterbo, una borsa di studio annuale secondo quanto di seguito indicato.

Bando borsa S. Rosa 2019

Una settimana di sorprese!

by Lucia Malvinni

Una nuova occasione per il Centro Studi Santa Rosa per far conoscere i tesori dell’archivio si è presentata nell’ambito dell’iniziativa CEI “Aperti al MAB”, ovvero l’apertura al pubblico di Musei, Archivi e Biblioteche ecclesiastiche.

Dal 3 al 9 giugno è stato possibile condividere con interessati e costanti visitatori parte dell’immenso patrimonio archivistico custodito nel monastero di Santa Rosa, Santa tanto amata e a tratti tanto poco conosciuta nel legame indissolubile con la città di Viterbo. Tra i numerosi visitatori abbiamo avuto una delegazione delle ambasciate presso la Santa Sede dell’Ecuador e dell’Argentina; un gruppo di sottufficiali dell’Esercito e il gruppo delle guide turistiche di Viterbo desiderose di presentare la figura della Santa ai visitatori. La visione di un “cabreo”, inventario dei possedimenti del monastero, di un “cilicio” o di un “quaderno di guerra”, hanno incuriosito e alimentato la voglia di conoscere la vita monastica di ogni tempo!

Grazie all’esposizione di queste chicche in ambienti così austeri e inimmaginabili, ogni visitatore ha confermato entusiasmo e meraviglia del lavoro documentario, competente, appassionato e professionale del Centro Studi.
Un doveroso ringraziamento a quanti sostengono, e a quanti vorranno nuovamente sostenere, con il contributo del 5×1000, la valorizzazione, la tutela e la fruibilità di un prezioso patrimonio artistico di cui il Centro Studi e le suore Alcantarine Francescane sono custodi.
Lucia Malvinni

#apertialmab: Santa Rosa si racconta alla città

by Sara Pretto

Dal 3 al 9 giugno ricorre in tutta Italia la settimana “Aperti al Mab” (Musei, Archivi e Biblioteche ecclesiastiche) con una serie di eventi per il pubblico volti a far conoscere il ruolo di questi istituti culturali sul territorio e nelle loro comunità.

A promuovere l’iniziativa è l’Ufficio nazionale per i beni ecclesiastici e l’edilizia di culto della Cei insieme ad altre associazioni e, ad oggi, sono stati oltre 290 i centri aderenti tra musei, archivi e biblioteche.

Anche il Monastero di Santa Rosa da Viterbo partecipa alla settimana culturale aprendo le porte dei suoi archivi alla città per condividerne la ricchezza e la bellezza: oltre all’archivio storico del convento, infatti, sono confluiti in sede anche i Fondi degli Archivi delle Clarisse Urbaniste e il centro viterbese è così diventato Archivio Generale della Federazione delle Clarisse Urbaniste di tutta Italia.

Dietro le mura di un’istituzione antica quanto amata a Viterbo per la devozione alla Santa si nasconde un tesoro documentario che ancora molti non conoscono: sono oltre il migliaio le unità archivistiche conservate tra fascicoli, registri e volumi con pergamene, cronache e tanto altro materiale per un periodo che va dal xiii al xx secolo.

Carte attraverso le quali il culto a Rosa e la tradizione delle Clarisse hanno preso corpo nelle pieghe della storia connotando in maniera unica la città di Viterbo ma anche la conoscenza della Santa e delle seguaci di Chiara nel nostro paese.

Fonti talvolta non immediate da cogliere ma che, aperte, mostrate, spiegate grazie all’aiuto e alla competenza del Centro Studi Santa Rosa da Viterbo (CSSRV), non smettono di svelare e comunicare la potenza e il fascino di un ordine religioso che ha irradiato nel mondo vocazioni appassionate e cammini di fede di straordinaria quotidianità.

Vale sicuramente la pena cogliere l’occasione di questa settimana speciale e fare lo sforzo di fermarsi a visitare l’Archivio, lasciandosi condurre in un percorso tra devozione e sapere antico che nel tempo non ha mai smesso di suscitare entusiasmo e meraviglia anche nel visitatore più distratto.

Locandina

Il presidente del CSSRV apre un seminario su Armando Petrucci in Spagna

Esattamente un anno fa, il 23 aprile 2018, il paleografo e storico della scrittura Armando Petrucci è venuto a mancare nella città di Pisa. Egli è comunemente riconosciuto come uno studioso di levatura internazionale, il cui lavoro è stato basilare nell’aprire nuove metodologie paleografiche e nella rappresentazione della storia sociale attraverso la cultura scritta. Una equipe di qualificati colleghi ed esperti ha scelto di rendergli omaggio con l’esprimergli gratitudine per i suoi insegnamenti ed eredità. A tal fine, in sua memoria, è stato organizzato un seminario internazionale con relatori provenienti da diverse culture ed esperienze scientifiche. Lo scopo del seminario è di analizzare le peculiarità e l’importanza del suo lavoro nello specifico settore di competenza. Tutto ciò incardinato su tre assi fondamentali della carriera accademica del Petrucci: una riqualificazione degli studi paleografici; il rigore nell’approccio al testo nei suoi aspetti materiali e grafici; nella analisi dell’importanza nel campo sociale della cultura scritta.

Attilio Bartoli Langeli, presidente del CSSRV, aprirà i lavori di questo seminario

locandina

Finanziamento 2 e 5 x mille del 2016

Il CSSRV onlus ringrazia tutti i sottoscrittori che ci hanno sostenuto nella dichiarazione dei redditi del 2016.

Per il 2×1000 abbiamo avuto 473 sostenitori, che ci hanno garantito 11.732,59 €.

Per il 5×1000 abbiamo avuto 51 preferenze, che ci hanno provvisto di

2.628,58 €.

Questi soldi saranno presto usati, secondo gli scopi del nostro statuto, per la valorizzazione culturale del patrimonio documentario del Monastero di S. Rosa.

Un socio d’onore

Oggi, 26 febbraio 2019,  il nostro presidente Attilio Bartoli Langeli ha conferito a Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica,  il titolo di socio d’onore in occasione della sua visita presso il Monastero di S. Rosa.

2° workshop internazionale: Ripensare la reclusione volontaria

“Ripensare la reclusione volontaria nell’Europa mediterranea. Nuove fonti e nuove domande”: è questo il titolo del 2° workshop internazionale che si terra a fine marzo tra Roma e Viterbo.

La reclusione volontaria è un fenomeno antico e consolidato (ha origini precristiane), che assunse nel tardo medioevo una dimensione, o almeno una visibilità, mai più raggiunta. Tale pratica di vita religiosa era diffusa in tutta Europa, ma ebbe esiti e dimensioni diverse da regione a regione. In Italia (sebbene con differenze anche notevoli tra nord, centro e sud – almeno così parrebbe) il fenomeno, nel suo complesso, fu macroscopico. Nessun altro paese europeo raggiunse mai il numero di recluse e reclusi che fu presente nella nostra penisola.

Negli ultimi anni, il tema della reclusione volontaria ha attirato l’attenzione crescente di specialisti a livello internazionale. Il fenomeno è stato ed è ben studiato in Francia, Regno Unito, Spagna e Paesi Bassi, ma non altrettanto in l’Italia, Portogallo e penisola balcanica.

Il convegno organizzato dalla dott.ssa Eleonora Rava in collaborazione con L’Institute of Mediaeval Studies della University of St. Andrews, il Centro Studi Santa Rosa da Viterbo Onlus e con la Scuola Superiore di Studi Medievali e Francescani della Pontificia Università Antonianum all’interno del programma “Marie Sklodowska, Curie” (grant agreement N. 751526) ha lo scopo di colmare questa lacuna storiografica.

Locandina del convegno