
In occasione dell’edizione 2025 della Notte dei Ricercatori, che si tiene al Campus Universitario di Chieti il 26 settembre, è stato presentato il progetto “Immagini d’evasione: per un lessico dei graffiti carcerari attraverso i secoli”, a cura di Simone Allegria ed Eleonora Rava, nell’ambito del progetto FARE SCRENIM.
La ricerca esplora le pratiche di scrittura murale in ambito carcerario, con particolare attenzione ai graffiti spontanei nati nei luoghi di reclusione, al di fuori del controllo delle autorità. Questi segni, spesso semplici incisioni su muri o oggetti, rappresentano un atto di memoria e di resistenza, delle testimonianze di chi, privato della libertà, cercava di riaffermare la propria identità e lasciare traccia del proprio passaggio.
Il progetto si è distinto per il coinvolgimento diretto dei detenuti delle Case Circondariali di Terni e Viterbo, considerati non solo destinatari ma veri e propri co-ricercatori. Attraverso attività laboratoriali, i partecipanti hanno confrontato i graffiti storici con nuove esperienze espressive: dalla critica alle teorie di Cesare Lombroso all’analisi delle celebri brocche torinesi incise tra XIX e XX secolo, fino alla realizzazione di nuove brocche, decorate con simboli personali di speranza, nostalgia e desiderio di libertà. I percorsi sviluppati hanno mostrato come i graffiti carcerari, ieri come oggi, siano strumenti di comunicazione, di autorappresentazione e di condivisione, capaci di raccontare la vita dietro le sbarre con una forza narrativa e simbolica che attraversa i secoli.