Inaugurazione cappella delle reliquie

a cura di Filippo Sedda

 

Voglio raccontarvi una storia. La storia delle reliquie del monastero di santa Rosa.

Sarà capitato a più di qualche archivista – soprattuto di enti ecclesiastici –  ritrovarsi sommerso da scatole contenenti encolpi e reliquie di vario genere, armadi con busti e cassette variamente decorate o con cassetti pieni di autentiche conservate più o meno adeguatamente.

Una serie di felici coincidenze hanno consentito non solo di recuperare, restaurare, catalogare, ma persino di riposizionare in una mostra permanente e in uno spazio dedicato e che valorizzasse queste suppellettili sacre, oggetto di devozione secolare e pure di grandi controversie.

Mercoledì 23 giugno alle ore 16 si inaugurerà la cappella delle reliquie alla presenza del vescovo di Viterbo S. E. R. mons. Lino Fumagalli.

Dopo una prima esposizione nel settembre 2012 in una mostra titolata “Dalle reliquie alla Reliquia. La santità di Rosa visibile e tangibile”, dedicata in particolare alle reliquie della santa viterbese, si è avvertita la necessità di porre mano al ricco materiale conservato presso il monastero.

La lungimiranza della direttrice dell’archivio, la dott.ssa Eleonora Rava, fu di affidare all’opera paziente della dott.ssa Anna Proietti la schedatura attraverso un database realizzato da Giuliana Falchi e dalla stessa direttrice per consentire la descrizione di tutti i pezzi conservati sia nel loro aspetto materiale sia per quello documentario, ossia le cosiddette “autentiche”. Esse sono documenti redatti dall’autorità religiosa muniti di firma e timbro, con cui si dichiara che la reliquia è appunto autentica.

Nel 2019 si è potuto, quindi, organizzare una seconda mostra dal titolo: “Fede e devozione. Le reliquie del monastero di santa Rosa”.

Nel medesimo tempo il Centro Studi Santa Rosa da Viterbo ha iniziato una proficua collaborazione con i laboratori di restauro dell’Università della Tuscia per mezzo della prof.ssa Paola Pogliani. Fornendo i materiali necessari con i contributi ottenuti con il 5 x mille dato al Centro Studi, i restauratori Giorgio Capriotti, Sabrina Sottile, Lorenza D’Alessandro, Cristina Caldi e naturalmente gli studenti si è riuscito a restaurare e studiare i pezzi più particolari conservati presso il monastero.

Ciascun pezzo è stato aperto sotto la supervisione di don Roberto Bracaccini, segretario del vescovo di Viterbo, per poter consegnare ai restauratori il contenitore delle reliquie da poter essere restaurato. Alla fine del lavoro don Roberto ha ricollocato ogni reliquia nella sua sede apponendo un nuovo sigillo di autentica.

L’ultimo atto di questa storia è stato trovare un luogo adeguato per riporre questi oggetti della devozione, almeno quelli più belli e significativi. Sr. Francesca Pizzaia, responsabile della comunità delle Alcantarine che oggi svolgono il loro apostolato presso il santuario di S. Rosa, su sollecitazione del vescovo Lino Fumagalli, ha voluto riservare uno spazio attiguo al salone del Quattrocento per riporre in modo permanente alcune di queste reliquie. Una stanza solcata da un arco a sesto acuto come a richiamare una cappella, la cappella delle reliquie. Tutto questo si è potuto realizzare anche con il contributo finanziario della Fondazione Carivit che ha permesso di rifare l’impianto delle luci, recuperare alcuni vecchi armadi chiusi con vetri sotto la sapiente guida dell’ing. Paolo Paganucci.

Grazie a questa sinergia e collaborazione tra istituzioni, grazie al coordinamento di competenze  diverse e di volontari oggi le reliquie del monastero di S. Rosa sono offerte nuovamente alla devozione dei fedeli, ma potranno anche essere ammirate in quanto veri oggetti d’arte e compresi attraverso un percorso espositivo e didattico di didascalie e pannelli.

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